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Il Business Angel: i primi investitori per le startup

Indice

Il Business Angel è il primo vero investitore per una startup, svolgendo un ruolo fondamentale tra autofinanziamento iniziale e investimenti istituzionali. Il Business Angel è una categoria di investitori che, oltre al capitale, apportano una serie di vantaggi alla startup, come competenze, relazioni, esperienza, ma anche contatti strategici (il cosidetto network).

1. Chi è il “Business Angel”

Il Business Angel, noto anche come “Angel Investor”, o “Investitore informale”, rappresenta quella figura professionale che, dotato di un capitale proprio, decide di sostenere progetti ad alto potenziale di crescita.

Attraverso l’investimento in equity, l’investitore contribuisce a mitirage i rischi finanziari iniziali, fornendo liquidità, che miri, tendenzialmente, allo sviluppo del prodotto, o all’espansione commerciale.

Parallelamente, l’Angel Investor contribuisce anche con il suo know-how e il suo networking: rafforzando il team di startup con feedback operativi, attraendo ulteriori investitori e valorizzando la credibilità del progetto.

In sostanza, quindi, il Business Angel è quella figura che, in cambio di capitale di rischio della startup, apporta capitali, diventando socio della startup.

Tutto ciò, inevitabilmente, ha portato a definire due diversi modelli di riferimento per parlare di Angel Investor:

  • Finanziario: apportano capitale proprio, tendendo a non essere coinvolti nell’attività operativa-strategica della startup, se non in maniera marginale;
  • Industriali: oltre ad apportare capitali, credono fermamente nella startup, attingendo alle loro esperienze, conoscenze, competenze e network per fornire supporto operativo-strategico.

Tutto ciò, evidenzia come l’Angel Investor è una figura flessibile, che può adattarsi a seconda del livello di coinvolgimento con i Founders, della vision della startup e delle competenze dell’investitore.

2. Gli obiettivi di un Business Angel

Il Business Angel, nonostante il suo nome di “Angelo” che trova le sue radici nel mondo del teatro, è pur sempre un imprenditore: il principale obiettivo è sempre quello di generare una plusvalenza dalla vendita, che sia parziale, o totale, della propria partecipazione.

Nonostante ciò, poichè il Business Angel è una figura che entra in una fase preliminare della startup, tipicamente in fase Seed, è una persona che, potenzialmente, mira ad andare oltre il semplice ritorno economico, credendo fermamente nell’idea di startup, mirando a fornire anche mentorship e networking, che sarebbero altrettando difficili da acquisire.

Il Business Angel potrebbe essere interessato, oltre al ritorno economico, anche al far maturare nuovi imprenditori, nei quali vede delle potenzialità, offrendo loro tutto il proprio bagaglio esperenziale e culturale, elementi dal valore non quantificabile facilmente, come il mero investimento finanziario.

Inoltre, gli Angel Investor possono anche essere figure attratte dalla novità:

  • Tecnologie emergenti;
  • Business Model Disruptive;
  • Settori in evoluzione (AI, FinTech, Climate Tech, etc.)

Partecipare ad una startup, permette loro di stare vicino all’innovazione, capirla, sostenerla e, eventualmente, anche influenzarla.

Credere nell’idea di startup, e nel suo team, per un Business Angel è fondamentale:

  • Commitment reale e duraturo: L’Angel Investor sarà più propenso a dedicare tempo, energia, sopportare i momenti difficili;
  • Effetto leva sulla credibilità: La fiducia data da un angel investor a un gruppo di founder è, spesso, un primo segnale di validazione dell’idea e del team per altri investitori. Se chi investe per primo ci crede, anche gli altri saranno più propensi a seguirlo.

3. Il percorso di un Business Angel

3.1 Selezione dell’idea di startup

Il business angel, tipicamente, seleziona le idee di startup nelle quali investirà andando a osservare una serie di aspetti chiave:

  • Solidità del Team: un team solido, che ha già attraversato varie situazioni critiche, in grado di mostrare la propria capacità di rimanere unito, è un buon biglietto da visita, per gli investitori.
  • La dimensione del mercato: un mercato in crescita, non troppo “affollato” e con enormi potenzialità, è un ottimo potenziale investimento per ottenere un ritorno economico.
  • La roadmap: avere una visione strategica chiara, dettagliata e “su carta”, permette all’investitore di avere un’idea della strategia dell’organizzazione.

Attraverso network e contatti, un Business Angel è in grado di ottenere referenze e approfondimenti, circa l’idea di startup, così da prendere una decisione coscienziosa, sull’investire, o meno.

3.2 Due diligence e definizione dei termini

Il Business Angel, selezionata la startup, avvia una fase in cui coinvolge legali e tecnici, per verificare la conformità normativa, la trasparenza dei bilanci e la solidità commerciale.

Sulla base delle evidenze, si negozia la valutazione pre-money, le modalità di collaborazione e clausole, come una potenziale cessione.

La chiarezza è essenziale per stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione duraturo.

3.3 Affiancamento operativo

A operazione conclusa, il Business Angel assume il ruolo di mentore e advisor: partecipa ai meeting, supporta nella fase di selezione dei nuovi dipendenti e figure chiave, facilita partnership commerciali e sviluppa il network della startup.

Questo coinvolgimento attivo accelera le potenzialità della startup, riducendo i tempi di ingresso sul mercato, incrementandole le probabilità di successo.

Inoltre, l’Angel Investor fornisce supporto nel monitoraggio costante delle metriche finanziarie e operative, permettendo di individuare eventuali anomalie, aree di miglioramento e quant’altro, in maniera tempestiva.

4. Vantaggi e svantaggi per una startup

4.1 I principali vantaggi

L’ingresso di un Business Angel porta benefici tangibili e intangibili per entrambe le parti.

Da un lato, la startup ottiene accesso a capitali in una fase in cui le banche e i grandi fondi sono più restii a investire; dall’altro, l’angel diversifica il proprio portafoglio con asset a elevato potenziale di rendimento, pur assumendo un rischio più alto.

La stretta collaborazione favorisce lo scambio di know-how e l’adozione di best practice manageriali: ad esempio, l’angel può suggerire l’adozione di metodologie lean per lo sviluppo del prodotto o strategie di entry-market fondate su dati analitici.

Inoltre, la credibilità che deriva dalla presenza di un investitore di esperienza facilita l’accesso a bandi di finanziamento pubblici e contribuisce ad attirare nuovi soci industriali e venture capitalist.

4.2 I principali svantaggi per una startup

Pur offrendo vantaggi distintivi, l’investimento informale comporta sfide e potenziali criticità.

In primo luogo, la selezione delle startup dipende fortemente dall’esperienza e dal network del singolo angel: Il tasso di fallimento delle startup in fase early-stage è notoriamente alto, e l’angel deve prepararsi sia a perdite totali dell’investimento sia a diluizioni in successive tranche di finanziamento.

Un altro nodo riguarda i conflitti di governance: la negoziazione dei termini di ingaggio, dei diritti di voto e delle clausole di uscita può generare attriti tra fondatori e investitori, minando la collaborazione.

In particolare, questioni quali il controllo strategico possono trasformarsi in ostacoli alla crescita, se non gestite con trasparenza e chiarezza fin dall’inizio.

Infine, l’illiquidità dell’investimento rappresenta un limite intrinseco: a differenza di azioni quotate, le quote di startup non possono essere facilmente cedute fino a un evento di exit (acquisizione o IPO), spesso a distanza di molti anni.

Tale orizzonte temporale dilatato richiede pazienza e capacità di sostenere l’impresa anche in fasi critiche, oltre ad un’attenta pianificazione fiscale e patrimoniale da parte dell’angel.

5. Le reti di Business Angel in Italia e all’estero

Il fenomeno dei Business Angel ha raggiunto la sua massima espansione negli Stati Uniti, dove il concetto è nato e si è sviluppato.

Nel contesto europeo, invece, diversi paesi iniziano a sviluppare degli ecosistemi sempre più maturi, con sistemi nazionali e internazionali, facilitando la circolazione di capitali e competenze.

In Italia, si stanno sviluppando tutta una serie di reti per facilitare l’incontro tra domanda e offerta, arrivando a parlare di angel investor network. Queste organizzazioni giocano un ruolo cruciale nel coordinare gli investimenti e nel fornire servizi di supporto, sia agli investitori che alle startup.

Secondo una ricerca del 2023, “Business Angel in Italia: l’impatto dell’angel investing“, realizzata da Growth Capital con Italian Tech Alliance, il Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino e la University of East Anglia, sembrerebbero attivi più di 1600 business angel in Italia.

In questo contesto, le reti di Business Angel, note come BAN (Business Angel Network) e i BAG (Business Angel Group) sono diventati organismi fondamentali per aggregare capitali, riducendo il rischio del singolo investitore, ma aumentando la capacità di investimento.

In Italia, realtà come Italian Angels for Growth e IBAN hanno facilitato l’accesso a investimenti per centinaia di startup, promuovendo workshop, sessioni di pitching e sessioni di networking tra investitori e imprenditori.

Questi network offrono, non solo canali più efficienti, eventi di formazione continua per angel investors, permettendo agli investitori di essere sempre aggiornati sulle ultime tendenze, in termini di investimento.

6. Conclusioni

Alla luce degli sviluppi tecnologici e della crescente globalizzazione dei mercati, il Business Angel si conferma un attore insostituibile nel finanziamento dell’innovazione.

La sua capacità di coniugare capitale, esperienza e networking crea un ecosistema favorevole alla nascita e alla crescita di startup disruptive.

Inoltre, l’evoluzione delle reti di business angel in Italia, suggeriscono opportunità significative di sviluppo per accelerare la crescita del settore e l’adozione di modelli di investimento più sofisticati.

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