Golden-Circle

Golden Circle & Startup

Indice

Nel frenetico ecosistema delle startup, la capacità di emergere non dipende soltanto dall’innovazione tecnologica o dalla disponibilità di capitali, ma dalla forza narrativa alla base di ogni progetto, arrivando a parlare del Golden Circle.

Spesso le imprese concentrano le loro energie nel descrivere funzionalità e caratteristiche (il “Cosa”), trascurando di comunicare l’elemento più potente: il “Perché”. Il Golden Circle di Simon Sinek fornisce una struttura logica per ripensare il proprio messaggio a partire dalla missione, passando poi alle modalità e infine al risultato tangibile.

1. Che cos’è il Golden Circle

Il Golden Circle si compone di tre cerchi concentrici che rappresentano tre domande fondamentali: Why (Perché), How (Come) e What (Cosa). Contrariamente ai processi di comunicazione tradizionali, che partono dal prodotto, Sinek propone di iniziare proprio dalla ragione d’essere.

2.1 Il “Perché” al centro

Al cuore del Golden Circle risiede il “Perché”, ossia la visione che dà significato a ogni azione aziendale.

In una startup di foodtech, per esempio, non basta spiegare che si offra un servizio di consegna: è fondamentale far percepire come tale servizio contribuisca a ridurre gli sprechi e a supportare le comunità locali.

Definire un “Perché” autentico richiede introspezione e confronto, perché non si tratta di un claim di marketing, ma di un impegno quotidiano che deve permeare cultura e strategie.

2.2 Il “Come” come metodo

Comprendere il “Come” significa tradurre il purpose in pratiche quotidiane e in principi guida che orientano ogni decisione operativa.

È il ponte tra l’ispirazione originaria e l’erogazione concreta del valore, e include non solo tecnologie o strumenti, ma soprattutto cultura aziendale, standard qualitativi e modalità di interazione con clienti e partner.

Per illustrare, immaginiamo un’azienda di produzione artigianale di arredamento su misura. Il suo “Perché” potrebbe essere «celebrare l’artigianalità locale e promuovere il design sostenibile».

Il “Come” si traduce nel selezionare legni provenienti da foreste certificate, coinvolgere laboratori familiari per la realizzazione dei pezzi e adottare processi di controllo qualità che uniscano tecniche tradizionali e innovazioni digitali di prototipazione.

2.3 Il “Cosa” come risultato

Il livello esterno del Golden Circle, definito il “Cosa”, descrive ciò che l’organizzazione realizza tangibilmente: prodotti, servizi o soluzioni offerte al mercato.

Pur essendo l’aspetto più immediato e visibile, concentrarsi unicamente su questo cerchio rischia di trasformare le proposte in semplici commodity, dove la differenziazione avviene esclusivamente sul prezzo o sulle feature superficiali.

Per comprendere l’importanza di integrare il “Cosa” con i cerchi più interni, immaginiamo un laboratorio artigianale che produce mobili su misura.

Il cliente vede innanzitutto il prodotto finito (il mobile), ma senza sapere che dietro di esso c’è un processo di selezione di materiali rigenerati, un team di falegnami formati secondo tradizioni locali e un impegno costante verso la trasparenza delle filiere.

Se l’azienda comunicasse soltanto la scheda tecnica del mobile, limiterebbe l’interesse a un confronto freddo con prodotti simili, perdendo l’opportunità di creare un legame emotivo.

Solo raccontando contestualmente il “Cosa” insieme a missione e modalità operative, le aziende riescono a costruire proposte di valore capaci di appassionare il pubblico e di sostenere una relazione di lungo periodo, evitando di restare intrappolate nella competizione sui prezzi..

3. Perché il Golden Circle funziona nelle startup

In un mercato in cui le esigenze evolvono rapidamente, disporre di un purpose ben definito rappresenta un vantaggio competitivo inestimabile.

Non si tratta soltanto di orientare il processo decisionale interno verso scelte coerenti con la missione aziendale, ma anche di instaurare un rapporto di fiducia e partecipazione con investitori, partner e comunità di riferimento.

Quando ogni membro dell’organizzazione comprende e condivide una visione comune, diventa più semplice superare ostacoli, accelerare l’adozione di nuove iniziative e adattarsi ai cambiamenti di scenario.

Inoltre, un purpose autentico attrae talenti motivati da uno scopo significativo, riducendo il turnover e rafforzando il senso di appartenenza, mentre gli stakeholder esterni percepiscono un valore che va oltre il prodotto, alimentando un legame emotivo duraturo e sostenibile nel tempo. 

4. Criticità comuni nell’implementazione del Golden Circle

Identificare un “Perché” autentico rappresenta spesso la prima sfida: molte startup rischiano di scegliere un purpose generico o ispirato a best practice di concorrenti, perdendo originalità.

Anche quando il valore centrale è chiaro, mantenerne la coerenza nel tempo può risultare complesso, soprattutto se il mercato evolve più rapidamente rispetto alla strategia comunicativa.

Infine, il team interno può mostrare resistenza al cambiamento, considerato un costo piuttosto che un investimento in cultura aziendale.

È fondamentale affrontare queste criticità con momenti di confronto regolari e adattare il purpose alle nuove esigenze senza tradire l’essenza iniziale.

5. Conclusioni e prossimi passi

Il Golden Circle non è un esercizio teorico, ma un principio guida che, se integrato con dati, storytelling autentico e sperimentazione continua, può trasformare radicalmente la percezione di una startup.

Per mantenere viva questa dinamica, suggeriamo di istituire un audit trimestrale che verifichi l’allineamento tra purpose e attività operative, coinvolgere periodicamente clienti chiave in sessioni di feedback e sperimentare nuovi format multimediali per veicolare il “Perché” all’interno e all’esterno dell’organizzazione.

Solo così la missione diventa un motore di crescita e non un semplice slogan.

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