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Una startup per sua natura si muove in condizioni di estrema incertezza. Ma ci sono 7 errori fondamentali che potrebbero uccidere la tua startup. Qui ti diamo tutti i consigli per evitarli.

Tempo di lettura: 5 min

Oggigiorno moltissime startup chiudono i battenti per mancanza di clienti.

È questa la triste realtà che si prefigura per i tanti imprenditori che vogliono dare una svolta alla loro vita e alle loro idee. Secondo i dati diffusi dalla piattaforma CB Insights, che analizza tonnellate di dati tramite il machine learning per aiutare le aziende nel loro business, i principali motivi per cui una startup fallisce sono:

  • Mercato non ricettivo dei loro prodotti
  • Mancanza di fondi
  • Un team male assortito
  • Un’idea superata
  • La mancanza di un business model efficace
  • Problemi tra costi e ricavi del prodotto
  • Un marketing inefficace

A tale proposito Rand Fishkin, fondatore dell’agenzia di web marketing Moz ed esperto riconosciuto del settore, ha raccolto in un prezioso compendio di sette errori che le startup dovrebbero assolutamente evitare se non vogliono scomparire dal mercato in poco tempo. Guardiamo i punti insieme.

1. Il nome del brand o prodotto

Assumendo che una startup si basa su un prodotto che i clienti vogliono e per cui sono disposti a spendere, che abbia un mercato di riferimento accessibile e che il team sia ben assortito, il primo degli errori che possono inficiare il successo dell’azienda è nella scelta del nome.

Questo deve essere facile da pronunciare e ricordare, non si deve confondere o associare ad altri brand e deve far capire di cosa si occupa la vostra startup.

Stessa cosa per la questione del dominio del sito web che avete creato: deve essere aderente al nome e avere un’estensione .it o .com, altrimenti potrebbe essere confuso per qualcosa di no profit (vedi i domini .org). Infine, vi potrà sembrare sciocco, ma il vostro brand deve generare pochissimi risultati su Google Search.

2: Il percorso della startup è lungo e articolato, senza scorciatoie

Un secondo errore che spesso gli imprenditori compiono è farsi prendere dalla fretta di rientrare dei soldi spesi. Come potete vedere dall’immagine in calce al paragrafo, i passi da affrontare perché il vostro prodotto o servizio sia effettivamente ricevuto dal mercato.

Riassumendo, una startup si deve:

  • Focalizzare su un problema e trovarne una soluzione efficace e brevettabile
  • Deve informare i potenziali clienti del problema sensibilizzando l’opinione pubblica
  • Invogliare la clientela a comprare con campagne di marketing a prezzi scontati

Ma non è tutto qui. Una volta conosciuti i passi giusti per portare avanti una startup c’è bisogno di tanto lavoro sul brand e sul prodotto perché sia riconosciuto, considerato come opzione e accettato come soluzione ai problemi delle persone che cercano sui motori di ricerca.

Quei potenziali clienti che, inoltre, consultano forum, social network, trend topic su Google e chiedono ai loro contatti. Quindi, nel marasma della rete Internet non è facile per una startup fare un match con un cliente. Ci vuole tempo, impegno e denaro.

3: Il Growth Hacking

Locuzione praticamente intraducibile in Italiano senza che se ne perda il senso reale, il Growth Hacking è una linea di pensiero nata nelle startup della Silicon Valley.

Ciò che s’intende è un “nuovo modo di pensare il marketing digitale”, orientato alla crescita e all’utilizzo di un approccio basato sulla creatività, sull’analisi dei dati e su un apprendimento continuo dato dalla valutazione del comportamento e del funnel degli utenti.

Una startup, come un’azienda già consolidata, che ha nel core business un sistema di Growth Hacking ha una probabilità altissima di avere successo.

I grandi marketer, i PR e le sponsorizzazione agli eventi non si muovono in un percorso a linea retta, ma usano un sistema circolare scalabile. Si tratta di posizionare il vostro prodotto, creare il giusto hype con la pubblicazione di contenuti sui canali giusti, sponsorizzare gli eventi correlati. Tanti passi che vi porteranno al successo.

4: Creare una community di riferimento prima del lancio del prodotto

La creazione di una community di persone o fan attorno al vostro brand è fondamentale prima ancora che abbiate commercializzato il prodotto.

Non è un esercizio difficile, perché in pratica lo avete sotto gli occhi da sempre: l’esempio tipico è il crowdfunding.

Quando un’azienda crea la pagina per raccogliere denaro non fa altro che descrivere il prodotto, la soluzione trovata a un determinato problema, informa i contributori delle varie fasi del progetto etc. Il vero premio di un crowdfunding è la ricca community di persone che seguiranno il brand fedelmente nel futuro.

5: Trovare il proprio pubblico

Proprio correlato al precedente paragrafo, la ricerca del proprio pubblico/cliente ideale non deve essere sottovalutata.

Una volta che avete costruito la vostra community o fan base, dovete distinguere il semplice follower dal reale cliente interessato a comprare il vostro prodotto.

Come farlo? Attraverso la conoscenza approfondita delle persone, somministrando loro dei piccoli sondaggi che analizzino il perché comprano ciò che comprano, capire chi o cosa influenza i loro acquisti. Una volta fatto questo, avrete le chiavi per espandere la vostra clientela.

6: Dare priorità alle persone più facili da raggiungere

Non bisogna mai sottovalutare la prossimità delle persone che vi conoscono, poiché dovrebbero essere le prime ad essere coinvolte nella vostra idea imprenditoriale.

Il perché è presto detto: sono le più facili da raggiungere, sanno chi siete e quanto valete professionalmente e sono già tra i vostri contatti mail e social.

Se nella costruzione di una vostra audience partite da lontano, magari con una campagna Facebook, farete fatica a creare una community solida attorno al vostro brand. Più le persone sono vicine a voi e meno investimenti in denaro dovrete pianificare per accattivarsi la loro attenzione.

7: Di nuovo l’importanza del brand: un veicolo di promesse, valori e sentimenti

È la raccomandazione che pone Rand Fishkin nel suo intervento da cui abbiamo preso spunto. Pura e semplice verità: un brand non può essere sottovalutato, posto lì come un monolite statico e muto.

Un brand deve:

  • Convogliare una promessa (soluzione a un vostro problema)
  • Convogliare del sentimento nei clienti desiderosi di risolvere il loro problema
  • Ricordare chi siete e cosa fate associandolo a immagini particolari
  • Far sì che i clienti s’identifichino con i vostri valori

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